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TOSSIGNANO - VICARIATO VALSANTERNO

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TOSSIGNANO
INDIRIZZO
Via San Michele 3 – Tossignano, 40021 Borgo Tossignano (BO)
TITOLARE
S. Michele Arcangelo
TELEFONO
0542-91001
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ORARIO MESSE
FESTIVO:  ore 9 in San Girolamo San Girolamo (chiesa sussidiaria)
Un po' di storia
1567 - 1568 (costruzione chiesa) il frate domenicano Sebastiano Gravina si fa promotore di una sottoscrizione per erigere una chiesa dedicata a San Michele, eretta nel 1568.
la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo ha antiche origini: il primo edificio risale infatti all'epoca cinquecentesca ed è stato fatto costruire su iniziativa del frate domenicano Sebastiano Gravina. La chiesa viene consacrata nel 1774 dal vescovo di Imola, card. Bandi e si presenta con una sola navata, soffitto in legno, cinque altari e una cappella, mentre all'esterno la facciata è in cotto con due finestre a sesto acuto. Alle quattordici colonne della chiesa sono appese le altrettanti stazioni della Via Crucis dipinte su tela; nel battistero invece vi è il fonte battesimale in fattura marmorea sovrastato dal dipinto di San Giovanni che battezza Gesù. Nel 1944 la chiesa viene distrutta dalla guerra e viene riedificata nel 1964 su progetto dell'architetto imolese Vittorio Fiorentini. All'interno del tempio, a navata unica, è possibile ammirare la Madonna col bambino, una tavola su fondo dorato, ricordata anche come Madonna della Spiga poiché festeggiata nel giorno della SS. trinità che precede di poco la raccolta del frumento. La tavola si presenta con la parte inferiore asportata e questa manomissione lascia supporre che in origine si trattasse di una Madonna in trono; attualmente è collocata nell'apposita cappella ad essa dedicata. Degna di nota è anche la Pietà in terracotta del 1400.
ENTRIAMO NELLA PASQUA DI CRISTO!

Il Signore disse a Giosuè: “Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto!”
Nel libro di Giosuè, ci viene ricordato come   finalmente si celebrò una Pasqua nuova, quando il popolo di Dio era già entrato nella Terra Promessa. Prima per loro c’erano stati quarant’anni di deserto, dove erano accampati sotto le tende, che per loro rappresentavano qualcosa di provvisorio e non ancora definitivo.
Quella per loro fu una Pasqua diversa da tutte quelle, che si erano celebrate, quando erano  schiavi in Egitto e prima di partire per la grande avventura dell’Esodo. Di sicuro fu diversa anche da quelle che avevano celebrato nel deserto, quando vivevano sotto le tende
Gli Ebrei, dopo aver abbattuto le mura di Gerico, si fermarono finalmente a Galgala e il 14 di quel mese alla sera, in occasione della Pasqua, proprio là in quelle steppe, poterono cibarsi dei frutti di quella terra. La manna cessò, perché avevano davanti a loro una terra fertile e campi coltivabili. Quella Pasqua per gli Ebrei rappresentò il passaggio dalla schiavitù dell'Egitto alla liberazione della Terra Promessa, e per noi è anche il preludio di una nuova alleanza: fra Cristo e la Chiesa, che per noi ricorda il passaggio dalla morte del peccato alla vita nuova  in Cristo Gesù risorto.
“…se uno è in Cristo, è una nuova creatura… le cose vecchie sono passate” ci dice la seconda lettura. Essere cristiani nel mondo significa diventare  creature nuove, essere veramente figli del Padre che è nei cieli e non avere più la mentalità degli uomini di questo mondo. È questo un suggerimento che ci viene dato in questo momento della nostra vita.
La Pasqua non solo è la festa più importante per noi, ma è qualcosa di nuovo, che accade nella nostra vita: per questo siamo in cammino, partiamo dalla posizione, in cui ci troviamo oggi e torniamo alla casa del Padre! La gioia sarà veramente grande per tutti noi, perché potremo valicare il Giordano ed entrare finalmente nella casa dei figli di Dio.
Lasciamo dunque la mentalità di questo mondo per vivere veramente da figli di Dio, anche in mezzo ad altra gente, che ancora non sa alzare gli occhi al cielo!
Don Marco Baroncini
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